The Air is on Fire, la mostra personale più importante mai consacrata all'opera di David Lynch, sbarca a Copenaghen: i primi cortometraggi, quadri, fotografie, ma soprattutto oltre 500 tra disegni, schizzi e annotazioni sui materiali più disparati
The Air is on Fire, la mostra personale più importante mai consacrata all'opera di David Lynch, sbarca a Copenaghen: i primi cortometraggi, quadri, fotografie, ma soprattutto oltre 500 tra disegni, schizzi e annotazioni sui materiali più disparati, perfino su scatole di fiammiferi e sui tovaglioli di carta dei diners americani alla Twin Peaks, tutti realizzati tra il 1960 e oggi. Uno sguardo imperdibile sull'universo creativo del grande regista, artista, pittore, fotografo, che viene omaggiato per la prima volta nei paesi scandinavi. Dal 26 settembre al 16 gennaio nella prestigiosa galleria danese GL Strand.
David Lynch è volato a Copenaghen per la conferenza stampa di inaugurazione (video). Di buon umore, si è sottoposto a una ventina di domande da parte dei giornalisti presenti: interrogato sulla sua percezione della Danimarca ha risposto che i danesi "sono persone luminose che vivono in un paese pieno di luce" ma che nessun danese celebre ha ispirato la sua opera…
Ha elogiato la figura di Bob Dylan, sostenuto l'idea che un artista debba esplorare tutti gli aspetti del suo talento, e raccontato il suo processo creativo:
"Mi piace scavare sotto la superficie. Le idee arrivano, sorprendenti, in singoli frammenti e solo in seguito si collegano – ci sono molte cose che accadono sotto la superficie, e tutti possiamo sentirle.
È il mondo stesso a evocare queste idee, e qualche volta, quando un'idea arriva, te ne innamori. Ci sono enormi sofferenze, negatività, assurdità che producono idee. Mi concentro sul lato oscuro, e in questo scorgo qualcosa di positivo, perchè i miei dipinti, tutto ciò che faccio, mi rende felice. Mi piace costruire mondi in cui le persone possano entrare e vivere un'esperienza, anche nei suoi lati oscuri. Una parte importante del mio lavoro è data dal sonoro, e dagli elementi. Adoro il rumore del vento e il fuoco, che da soli creano il mistero."
Lynch ha chiarito a modo suo le curiosità della stampa: sul nome Bob, che ricorre in molti dei suoi quadri [nei quali le scritte sono parte integrante del quadro] dichiara filosoficamente che "un nome è molto importante, al punto che può arrivare a cambiare il modo di pensare. Il Bob dei dipinti finisce sempre in qualche guaio, un po' come il Bob di Twin Peaks".
Dopo aver praticato la meditazione trascendentale per 37 anni, David Lynch ha deciso che sarà anche il tema del suo prossimo film, forse un documentario.
The Air is on Fire, ideata e allestita per la prima volta dalla Fondation Cartier pour l'art contemporain di Parigi nel 2007 – dove Lynch ha tenuto per l'occasione una performance – è arrivata anche in Italia nell'autunno dello stesso anno, alla Triennale di Milano.
Ambienti sonorizzati appositamente costruiti da David in persona, foto di paesaggi urbani, nudi in bianco e nero, rielaborazioni di stampe erotiche vittoriane, litografie, acquerelli, opere di varie dimensioni: dai minuscoli disegni su cartoncino (lo stesso Lynch ha raccontato che all'epoca non poteva permettersi le tele) ai grandi dipinti degli ultimi anni.
Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative La tua email *
Confermo di aver letto la privacy policy di Sentieri Selvaggi
Sentieri Selvaggi utilizza i cookie - anche di terze parti - per migliorare l'esperienza utente. Leggi l'informativa estesa Accetto
Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.